USA – Gli interventi federali a sostegno del Reshoring

Riconoscendo l’importanza strategica di accelerare l’innovazione e riportare settori strategici della produzione negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden nel 2021 ha lanciato diverse iniziative per promuovere il “reshoring” di diversi settori industriali chiave, con interventi volti a potenziare le infrastrutture della nazione, creare nuovi posti di lavoro, affrontare il cambiamento climatico e a rilanciare il settore manifatturiero. Un piano esecutivo è stato poi deliberato nello scorso febbraio per una revisione del “rischio della catena di approvvigionamento” degli Stati Uniti, ampiamente definito per includere tutto, dagli shock climatici alla “concorrenza economica”, in settori tra cui i prodotti farmaceutici, i minerali delle terre rare, le attrezzature mediche e i semiconduttori. Un accordo è arrivato nell’agosto 2022 sotto forma di ampio disegno di legge da 280 miliardi di dollari che fornisce supporto alla ricerca scientifica e include un finanziamento federale senza precedenti di 52 miliardi di dollari per promuovere l’espansione della produzione di chip negli Stati Uniti. Questo nuovo focus sulla produzione di semiconduttori rappresenta una leva strategica che va ben al di là di una fornitura sicura di chip per applicazioni elettroniche (civili o militari che siano). Le conseguenze, positive, sono in molti settori dove anche industrie “straniere” possono apportare tecnologia e valore aggiunto.

Per sintesi, riportiamo qui di seguito una ripartizione delle principali voci di spesa:

Trasporti:

Poco più di 620 miliardi di dollari in spese di trasporto andrebbero a migliorare strade, ponti e altre parti dell’infrastruttura della nazione. Ai consumatori verrebbero offerti incentivi fiscali per acquistare veicoli elettrici come parte di un investimento di 174 miliardi di dollari nell’industria. Il piano include anche la costruzione di una rete nazionale di 500.000 stazioni di ricarica per veicoli elettrici entro il 2030.

Manifattura:

Oltre alle infrastrutture, il piano dedica 300 miliardi di dollari alla manifattura, compresa la resilienza ai disastri e il rafforzamento della produzione nazionale di semiconduttori e il sostegno ai produttori nazionali.
Creazione di posti di lavoro e ricerca:

Il piano include anche centinaia di miliardi di dollari di investimenti nello sviluppo della forza lavoro e nella ricerca e sviluppo. Il tema fondamentale sembra essere la capacità di aumentare la produttività, per recuperare un costo del lavoro più elevato rispetto alle attività locate all’estero, e flessibilizzare la produzione.

In agosto 2022 è diventato legge il maxi-pacchetto di incentivi sulla trasformazione del mondo Automotive e della mobilità in generale, con delle ricadute cruciali per il mondo delle tecnologie verdi negli Usa. L’obiettivo è arrivare a 2030 con il 50% delle nuove auto vendute elettriche, rispetto al 2% del 2021. Per farcela sono previsti sgravi fiscali e crediti d’imposta per elettrificare le flotte aziendali. L’ostacolo principale è che per sbloccare metà di questi sgravi, i costruttori dovranno garantire che almeno il 40% dei materiali delle batterie nuove dovranno provenire dagli Usa, o da un Paese con cui Washington ha un accordo di libero scambio, a partire dal 2024. Per l’altra metà occorre fabbricare il 50% delle batterie in Nord America; questo numero aumenterà fino a raggiungere il 100% alla fine del 2028. Quanto questo obiettivo sia realistico e raggiungibile non è dato al momento di saperlo. Ricordiamo che oggi la Cina è leader mondiale nella produzione di batterie per auto e ha una presa saldissima, praticamente monopolistica, sull’industria dei materiali per costruirle. Accanto a ciò, altre due grandi criticità minano l’obiettivo: le catene di approvvigionamento sono parecchio complesse e la tracciabilità della provenienza dei minerali è uno degli aspetti più difficili da decifrare.

Perché le aziende Italiane

Abbiamo scritto che tutto il complesso piano di interventi ha effetto non solo sulle aziende strategiche, ma su tutto il complesso della Supply Chain di queste industrie e su un effetto di “Spill-over” su altri settori tecnologici affini. Uno stabilimento che produce Chip ha bisogno di creare un ecosistema di fornitori di materie prime, servizi e tecnologia che è in molti casi tutto da costruire. Le aziende italiane hanno l’expertise, la flessibilità e la tecnologia per affrontare la sfida in maniera estremamente competitiva.

 

Il lavoro di IA International Advisors è quello di aiutare le aziende in questo loro percorso, intervenendo a supporto nella costruzione del business plan, nella creazione della documentazione necessaria a determinare l’accesso ai sostegni economici e strutturali, ad effettuare un primo scouting di clienti e fornitori, ad adoperarsi e negoziare con i singoli stati  gli incentivi previsti, a sostenere la scelta della nuova location attraverso uno schemaoggettivo di vantaggi e benefici per ogni singolo stato, fino alla ricerca del parco industriale, alla determinazione dei costi delle utilities e della eventuale costruzione del sito, alla gestione stessa del general contractor e dei contratti con le utilities. Se necessario, possiamo anche assicurare un supporto all’avvio della attività della nuova realtà oltreoceano attraverso progetti di Business Development o con soluzioni di TemporaryManagement.

 

 

Diventare internazionale è semplice, ma non facile.

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