Il rischio dell’energia e il bias cognitivo del nucleare

L’energia è al centro del dibattito politico mondiale in questo periodo, problema centrale, come ha dichiarato le Nazioni Unitead ogni sfida ed opportunità che il mondo affronta oggi”.

Quello che spesso si dimentica, che ogni tipo di energia deve essere “prodotta” e che questo comporta rischi di fattori diversi. 

L’inquinamento atmosferico è il primo fattore di rischio, e per quanto poco riconosciuto, milioni di persone muoiono ogni anno proprio a causa dell’inquinamento dell’aria. Combustibili fossili e biomasse, bruciando, sono responsabili della maggior parte di queste morti.

Il secondo fattore è l’emissioni di gas serra casuata dalla combustione dei carburanti fossili. Si calcola che oltre il 90% della produzione annuale di CO2 nel mondo sia dovuta a ciò.

Il terzo fattore di rischio è sconosciuto a molti: si tratta del rischio di incidenti, estremamente soggetto all’emotività del momento. 

Parliamo di quello che accade ad esempio in una miniera di carbone, uranio, in una piattaforma di estrazione del gas o in un pozzo di petrolio. Ma questo parametro è anche influenzato dal incidenti nel trasporto, nella costruzione dell’infrastruttura dell’impianto di estrazione o del suo stoccaggio. 

Non c’è tipo di energia che sia completamente sicura. Ci possono essere impatti nel breve termine, sulla salute delle persone per l’inquinamento dell’aria, o per incidenti, e nel lungo termine contribuendo al cambiamento climatico.

Quello che cambia enormemente è il contributo di ciascuna delle forme di energia alla sicurezza di noi abitanti del pianeta.

Qui troviamo molte sorprese, che il dibattito politico attuale non mette in evidenza, cavalcando l’onda emotiva secondo il proprio credo. 

Per poter disporre di dati corretti , tenendo conto del fatto che oltre il 60% dell’energia prodotta nel mondo ha origine fossile, non possiamo valutare la pericolosità totale di ogni fonte, ma la sua pericolosità per unità di energia prodotta. E qui assistiamo a considerazioni a volte sorpendenti. 

Gli studi effettuati (Markandya & Wilkinson (2007); Sovacool et al. (2016); UNSCEAR (2008; & 2018)) hanno evidenziato che la fonte di energia più pericolosa sia il carbone, seguita da petrolio e gas, e come il nucleare sia in realtà una delle fonti più sicure nonché meno inquinanti.

Questo contrasta con la nostra percezione, fortemente influenzata dall’incidente alla centrale di Chernobil del 1986 e da quella di Fukushima del 2011.

Analizzando l’incidente della centrale Ukraina, attenendoci ai numeri e considerando sia le morti immediatamente dopo l’incidente (30 persone) che quelle colpite dalle radiazioni nelle prime settimane (19 persone) e quelle correlate a lungo termine la stima è che il numero totale oscilli tra 96 e 384 (Fonte: United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation (UNSCEAR)).

A Fukushima, secondo le autorità giapponesi, si stima un totale di 573 morti, prevalentemente a causa dello sforzo connesso con le procedure di evacuazione subito dopo l’incidente, ma non direttamente collegate ad una esposizione alle radiazioni. 

Certo, ogni persona fa tutta la differenza del mondo. 

Comparando però questi dati con le stime di mortalità delle altre fonti per ogni terawatt-ora di elettricità prodotta (consumo di una città di 150 mila abitanti),

    • Carbone: 25 morti premature per anno
    • Petrolio: 18 morti premature per anno
    • Gas: 3  morti premature per anno

 

il quadro cambia radicalmente.

Vuol dire che in una città come Milano possiamo avere – ogni anno – dalle 30 alle 250 morti premature, a seconda del mix energetico che utilizziamo.

I numeri non mentono e non hanno colore.

Le scelte sul nucleare sono state in ogni Paese del mondo, delle scelte puramente politiche e di convenienza. La situazione attuale vede infatti un chiaro ripensamento e riposizionamento di ciascun governo Europe, ad esclusione della Francia, da sempre ferma nella sua scelta pro-nucleare. 

La prima buona notizia è che lo scenario futuro, con il giusto mix di nucleare, elico e solare ha ad oggi due caratteristiche molto positive: basso impatto sulle emissioni di CO2 e basso indice di rischio. 

La seconda buona notizia è che il livello di investimenti in queste forme di energia è elevatissimo ed è interesse di ogni Paese rendersi energeticamente sempre più indipendente carbone e dal gas. 

Una buona occasione per le aziende. 

Fonte: ourworldindata.org

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