Il Reshoring in USA una grande opportunità per le aziende Italiane

Secondo l’annuale Reshoring Index di Kearney, che tiene traccia delle tendenze nella produzione che ritornano negli Stati Uniti dai 14 paesi asiatici tipici a basso costo (LCC), il 2021 ha rappresentato un anno di svolta per quelle società statunitensi facevano affidamento sulle operazioni di produzione negli LCC. Già in quel periodo, quando la disputa commerciale tra Cina e Stati Uniti era in pieno svolgimento, le imprese americane hanno cercato di ridurre la loro dipendenza dal mercato asiatico, e il fenomeno sta in questi ultimi mesi accelerando. “Grazie” alla pandemia, alle guerre commerciali, alle tariffe e alle continue interruzioni della catena di approvvigionamento, le aziende americane stanno diventando più serie nell’adottare versioni estese del reshoring. Sempre più aziende stanno cercando di investire in attività produttive negli Stati Uniti e in Messico, perseguendo il miglior costo anziché il costo più basso e soppesando i costi rispetto ad altri fattori come la resilienza e la sostenibilità della supply chain.

Sempre più aziende si guardano l’un l’altra per valutare se ci sarà abbastanza massa critica in questo movimento di reshoring per costruire un ecosistema di fornitori che possa competere con ciò che la Cina ha costruito. Se gli ultimi anni ci hanno insegnato qualcosa, è che il nostro pensiero tradizionale sulla catena di approvvigionamento, in particolare come e dove i prodotti vengono acquistati, fabbricati e distribuiti, fallisce di fronte a gravi interruzioni. Il reshoring è, e continuerà ad essere, un elemento vitale delle nuove catene di approvvigionamento più resilienti. Non sarà il classico reshoring ma un ripensamento agile e dinamico del reshoring, incorporando e sfruttando modelli in cui, ad esempio, le forniture di componenti e materiali sono nearshored e l’assemblaggio e il collaudo automatizzati finali vengono eseguiti negli Stati Uniti. È una definizione in evoluzione che consente ai produttori di procurarsi una parte dei loro materiali e componenti in località vicine come il Messico, l’America Centrale e persino il Canada, pur essendo in grado di dire che i loro prodotti sono fabbricati negli Stati Uniti.

 

Tanti esempi di Reshoring in atto

Incoraggiati dalla prospettiva del CHIPS Act e dai suoi potenti incentivi, un numero senza precedenti di nuovi impianti di fabbricazione di wafer a semiconduttore sono ora in costruzione o pianificati negli Stati Uniti. Questi riflettono importanti piani di investimento da parte di società statunitensi o di proprietà straniera come Intel, Texas Instruments, Micron, TSMC di Taiwan, Samsung della Corea del Sud e GlobalFoundries. Le nuove strutture ridurranno la dipendenza degli Stati Uniti dalle operazioni di produzione di chip straniere e andranno a beneficio di tutte le industrie manifatturiere statunitensi a valle. Le fabbriche di chip semiconduttori di New York hanno aperto, secondo un articolo di Vox, per contribuire ad alleviare l’interruzione della catena di approvvigionamento nell’industria automobilistica ed elettronica. Per soddisfare l’ulteriore domanda nel settore dell’elettronica, altre aziende di semiconduttori hanno annunciato nuove strutture nel Midwest che si prevede supporteranno decine di migliaia di posti di lavoro a lungo termine. Nel marzo di quest’anno, Intel ha annunciato un investimento di circa 20 miliardi di dollari in due nuovi impianti di semiconduttori in Arizona.

Ma gli sforzi di reshoring si sono verificati in molti settori industriali. Secondo Bloomberg la costruzione di nuovi impianti di produzione negli Stati Uniti è aumentata del 116% nell’ultimo anno e che i produttori di alluminio e acciaio stanno costruendo nuovi impianti in tutto il sud-est. General Motors sta riposizionando la sua produzione di batterie in Michigan, dove un nuovo hub per i prodotti a base di litio emergerà presto. Poiché i prezzi dell’acciaio sono saliti alle stelle ultimamente, il produttore US Steel ha deciso di non costruire la sua nuova fabbrica da 3 miliardi di dollari all’estero, ma in Alabama o Arkansas. Le attività di reshoring sono prese in considerazione anche da Lockheed, General Electric e Thermo Fisher. Secondo l’organizzazione industriale Reshoring Initiative, circa 1.800 aziende statunitensi intendono rifondere l’intera attività o almeno parti di essa quest’anno.

 

L’ opportunità per le aziende Italiane

L’Italia ha nel suo DNA tutte le caratteristiche, per far parte di questo processo, e la ricerca di aziende italiane di tecnologia è forte e in grande espansione. Lo Stato Federale ha avviato da tempo estese collaborazioni con i governi statali e locali per incentivare, avviare e sostenere rapidamente nuovi progetti di costruzione e industrializzazione, siano essi a partire dal Green Field o avvengano via M&A o collaborazioni. Ogni stato ha un suo ufficio dello sviluppo economico e ha concepito un sistema completo di incentivi economici e di struttura per facilitare l’accesso anche ad aziende straniere.

 

Il lavoro di IA International Advisors è quello di aiutare le aziende in questo loro percorso, intervenendo a supporto nella costruzione del business plan, nella creazione della documentazione necessaria a determinare l’accesso ai sostegni economici e strutturali, ad effettuare un primo scouting di clienti e fornitori, ad adoperarsi e negoziare con i singoli stati  gli incentivi previsti, a sostenere la scelta della nuova location attraverso uno schemaoggettivo di vantaggi e benefici per ogni singolo stato, fino alla ricerca del parco industriale, alla determinazione dei costi delle utilities e della eventuale costruzione del sito, alla gestione stessa del general contractor e dei contratti con le utilities. Se necessario, possiamo anche assicurare un supporto all’avvio della attività della nuova realtà oltreoceano attraverso progetti di Business Development o con soluzioni di TemporaryManagement.

 

Diventare internazionale è semplice, ma non facile.

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