PMI: è il momento di internazionalizzare

Si è sempre pensato che diventare internazionali, cioè avere sedi dall’altra parte dell’oceano, fosse una necessità delle sole grandi aziende. Le PMI erano destinate a occuparsi, al massimo, di export. L’idea è stata giusta per un ventennio, in cui la globalizzazione selvaggia ha permesso a chiunque di comprare e vendere oltre oceano ma, fin dal principio, sapevamo che comprare componenti vitali dalla Cina non avrebbe realizzato processi efficienti, quant’anche i costi fossero bassi. Gli Stati Uniti hanno così tanto esagerato nel comprare dall’Asia da deindustrializzare intere classi merceologiche, rinunciando a tecnologie e conoscenze. Alcuni esempi: negli Stati Uniti quasi non esistono componentisti automotive per serie medio piccole o non esistono produttori di trasmissioni industriali, motoriduttori ed altri componenti tipicamente industriali. Solo il Messico, con tante piccole imprese, è riuscito a sostenere la domanda di commodities di USA e Canada. Nulla, però, in confronto alle reali necessità.

In queste condizioni il Nord America ha usato aziende estere, spesso cinesi, che hanno iniziato ad accelerare la industrializzazione sul suolo americano. Ma i partner cinesi sono sempre meno graditi e, quindi, si apre una enorme opportunità per le PMI italiane. I paesi del Nord America hanno una grande stima del tessuto industriale italiano, fatto di piccole dimensioni e grandi tecnologie. In particolare, gli Stati Uniti hanno lanciato, a livello dei singoli Stati, progetti di incentivazione tesi ad attrarre investimenti di aziende europee, anche piccole.

È una sorta di urlo: PMI italiane, abbiamo bisogno di voi! Aree di eccellenza italiana, come la componentistica automotive, il packaging, food, ristorazione, chimica farmaceutica, hanno una strada spianata per mettere un piede in Nord America, scoprire nuovi mercati, arricchire le sedi italiane, aprire i propri orizzonti. Il tessuto produttivo italiano è ideale in questo contesto, ed estremamente richiesto: realtà medio piccole, innovative, estremamente flessibili e con capacità di pensare “out of the box” che non ha eguali in Europa e che non trova modelli simili negli Stati Uniti.

Il momento è adesso: da una parte un mondo in profonda riorganizzazione con logiche totalmente differenti, dall’altra un tessuto normativo e finanziario estremamente accogliente per chiunque abbia voglia investire e diventare “americano”; pacchetti di incentivi, garanzie pubbliche sul finanziamento, tax credit e supporto alla formazione sono elementi comuni; laddove si possano costituire “cluster” di aziende o raggruppamenti, gli incentivi possono essere ulteriormente personalizzati. Ma attenzione, andare negli Stati Uniti è semplice, ma non facile! Gli americani sono lineari nell’approccio ma inflessibili nella sua applicazione e spesso la mancanza di preparazione e di risorse adeguate è per noi italiani l’ostacolo principale.

Noi di IA International Advisors vi supportiamo nell’intero percorso di internazionalizzazione, dalla prima fase di esplorazione e di analisi delle opportunità, alla individuazione del sito migliore per l’insediamento, al rapporto con gli enti governativi e la gestione della documentazione necessaria, fino agli aspetti più operativi della gestione e costruzione del progetto, la ricerca del general contractor e delle utilities e, se necessario, nello sviluppo del business e delle risorse umane. Conosciamo le normative, abbiamo intensi e costanti rapporti con gli enti governativi e disponiamo di supporto locale adeguato e preparato. Possiamo introdurvi efficacemente nel nuovo percorso di management multiculturale, attraverso corsi di formazione e supporto di temporary management. Abbiamo l’esperienza necessaria per trasformare la vostra idea in un progetto di successo.